Il mio passato fu il chiarore, fu il canto e il mattino.
E mi voltai
(C. Pavese, L’inconsolabile, dai Dialoghi con Leucò (1947)
Fine. finire per riniziare da qualche altra parte e magari trasmigrare in qualche altra forma. Come finire dunque? Con il miglior album del 2013, per quanto mi riguarda. Il disco che riassume in modo supremo l'inizio traumatico di questo millennio, con una superba miscela di ambient e elettronica impregnata di rock revival, e un tessuto sonoro che non fa sconti agli eventi storici che hanno incrinato la fede nel capitalismo, gli inni alla guerra, il ruolo dell'America nella grande scacchiera del mondo, la fine di Wall Street, la fine del lavoro tout court. Sarà per via di James Murphy che assomiglia al Tamino del Flauto Magico di Mozart, o dei suoi selettori che fungono da sacerdoti della luce delle tenebre e tramite fra il regno dei vivi e dei morti, che questa fine annunciata, celebrata, consumata con Funeral è riuscita a farsi rito dell'oblio, in un eccesso di produzione mai fastidioso, misterico, notturno, orfico, in grado di provocare uno stato continuo di trance. Nella riflessione finale degli Arcade Fire c'è una rinuncia alla violenza radicale, affinché si possa attingere alla fonte della Memoria e continuare prodigiosamente a cantare l'immortalità dell'arte, afterlife
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